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Lo sviluppo del calcio femminile europeo da Euro 2013 a Euro 2017


Quattro anni fa la Germania si laureava campione d’Europa per l’ottava volta nella sua storia in finale contro la Norvegia. Le altre due semifinaliste furono Svezia e Danimarca, marcando un forte dominio dei paesi nordici, in particolare scandinavi, nel calcio femminile. Un quadriennio dopo le gerarchie sono cambiate, ad eccezione del ruolo da protagonista della Germania. Analizzando la UEFA Women’s Champions League, è evidente la trasformazione che sta avvenendo nel movimento europeo. Le semifinaliste della Champions 2013/2014 furono Wolfsburg, Tyreso, Birmingham City e Turbine Potsdam. 

Di loro, solo il Wolfsburg ha mantenuto la sua posizione di primo livello, il Tyreso è fallito, mentre Birmingham City e Turbine Potsdam hanno subito il sorpasso delle nuove realtà “maschili”. Nel 2017, le semifinaliste sono state quattro squadre (Lione, PSG, Barcellona e Manchester City) affiliate a club professionisti, che hanno causato la fine del dominio scandinavo-tedesco. Tre stagioni prima, PSG e Barcellona si erano appena affacciate al panorama internazionale e il Manchester City stava da poco sviluppando il progetto di affiliazione. Solo il Lione competeva già nel 2013 a livello europeo, forte degli investimenti di Jean-Michel Aulas, presidente della squadra maschile. 
Nel corso di un’intervista con la BBC Freyr Alexandersson, allenatore della Nazionale femminile islandese, ha indicato l’entrata dei club maschili nel panorama femminile come punto di svolta per il movimento. “Sia da un punto di vista commerciale che tecnico, la decisione delle società di investire nel femminile è stata vitale. Poter utilizzare le loro strutture e conoscenze ha permesso un enorme sviluppo negli ultimi anni. La Champions League e i maggiori campionati europei, come quello francese, tedesco e inglese, stanno migliorando di anno in anno.” 


Ma come si è sviluppato il calcio femminile nelle varie nazioni nel corso delle ultime stagioni? Francia e Germania hanno indicato già da tempo la via per lo sviluppo, ponendosi in una posizione di svantaggio rispetto a leghe emergenti. In Francia, il Lione domina la scena da 11 stagioni, avendo conquistato tutti i campionati dal 2006-2007 e quattro Champions League nelle ultime sette annate. L’ultima è stata vinta a discapito del PSG, che ha deciso di investire fortemente nel femminile, senza raggiungere i risultati sportivi sperati. Nonostante ciò, oltre 19 mila persone hanno assistito al Parco dei Principi alla semifinale di Champions League vinta contro il Barcellona. 

In Germania, l’entrata in scena di Wolfsburg e Bayern Monaco ha modificato gli equilibri. FFC Francoforte, FFC Turbine Potsdam e FCR 2001 Duisburg avevano dominato il panorama calcistico tedesco ed europeo da inizio millennio, mentre ora sono rilegate ad un ruolo marginale dalle nuove potenze. Lo sviluppo del Lione, intrapreso a livello europeo dal 2009, ha contribuito il cambiamento nelle gerarchie europee: dal 2001-02 al 2009-2010, solo l’Arsenal Ladies nel 2007 ha impedito che la Champions League fosse vinta da un club tedesco o scandinavo. La stagione appena conclusa è stata storica, in negativo, per il calcio femminile tedesco: è stata la prima volta dal 2006/2007 che una squadra germanica non ha raggiunto le semifinali della massima competizione europea. Sarà interessante capire se la prossima annata Bayern o Wolfsburg riusciranno ad invertire il trend negativo. 

La Women’s Super League, il massimo campionato inglese, sta vivendo un rapido sviluppo, spinto da due fattori principali. Il primo, come già sottolineato, è l’investimento dei club maschili: della Premier League maschile, solo Manchester United e Southampton non hanno una selezione femminile. Il secondo fattore di sviluppo è il ruolo della Football Association. La Federazione calcistica inglese garantisce un salario alle giocatrici internazionali, che insieme a ciò che guadagnano dalle società, le permette di essere professioniste. Ad oggi, sette club su dodici si allenano a tempo pieno. Il Manchester City ha raggiunto nella scorsa stagione per la prima volta nella sua storia la semifinale di Champions League e una media spettatori per partita di campionato superiore ai 2000, record britannico. Chelsea, City, Arsenal e Liverpool, quattro tra i club più famosi di Inghilterra, si contenderanno il campionato da settembre e proveranno ad imporsi a livello europeo.

Con la vittoria ai quarti di finale contro il Rosengard nella scorsa manifestazione europea, il Barcellona è diventata la prima squadra spagnola ad entrare nella Top-4 della Champions League. Dopo quattro campionati consecutivi, il dominio blaugrana nel campionato si è interrotto a favore dell’Atletico Madrid, altra potenza in ascesa, ma gli acquisti su scala internazionale fanno ben sperare per la prossima stagione. Il progetto del Barcellona non si limita al panorama europeo. Dopo l’apertura di un ufficio a New York lo scorso Settembre, il board della società ha individuato nel calcio femminile un possibile mezzo di diffusione del brand negli Stati Uniti. Per questo motivo, vorrebbe aprire una selezione nella National Women’s Soccer League dal 2018. Da questa stagione anche il Siviglia parteciperà con la squadra femminile alla Liga, mentre il Real Madrid ha annunciato che a breve strutturerà un settore giovanile al femminile.

In tutto questo sviluppo, l’Italia sembra un passo (bello grande) indietro. La legge sul Professionismo del 1981 impedisce alle calciatrici di avere lo status di professioniste e ancora molti club maschili non sono pronti ad investire nel femminile. Lo Scudetto della Fiorentina e la creazione della Juventus Femminile potrebbero spingere la crescita di tutto il movimento, anche se ad oggi sembra difficile poter competere nel breve periodo col resto d’Europa.

Laura Brambilla

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