Giovane, bravo e ambizioso. Ecco il ritratto di Geppino Marino, allenatore del Napoli Carpisa Yamamay calcio femminile. Trenta anni, un figlio e una moglie, che non è gelosa delle calciatrici: “(sorride, ndr) Si arrabbia solo quando magari vede che sono triste perché ho discusso con qualche ragazza dopo la partita e mi dice che non devo rimanerci male perché alla fine è un lavoro e può capitare”.

Un passato da calciatore e da istruttore nei settori giovanili. A 26 anni sceglie di  intraprendere la carriera di allenatore nell’ A.S.D. Miracoli, squadra di seconda categoria formata da ragazzi di strada con la quale stabilisce il primo record della sua carriera. Ha le idee molto chiare Marino: ”Mi è sempre piaciuto il ruolo dell’allenatore. Anche quando giocavo ero molto attento alla gestione e al rapporto che il Mister aveva con noi ragazzi. Quando ho capito che non potevo avere un futuro da professionista allora ho deciso di provare a sfondare dall’altra parte della barricata. La soddisfazione più bella è quando un ragazzo o una ragazza che ho allenato mi dicono che non hanno mai avuto un mister come me”.



Poi arriva la telefonata di Italo Palmieri, dg del Carpisa Napoli, che lo convince a rinunciare ad un ruolo nel settore giovanile del Pescara e lo fa entrare nel mondo del calcio femminile facendolo sedere sulla panchina del club partenopeo. “Il mio percorso nel femminile è iniziato con qualche difficoltà. Arrivando dal maschile mi sono trovato a dover lottare per far capire alle ragazze quale fosse la mentalità giusta da adottare per lavorare e poterci togliere delle soddisfazioni. Ho ristabilito il concetto di pre ritiro e pre partita, ho cercato di curare l’alimentazione e la parte fisica delle atlete e alla fine siamo riusciti a costruire un bel ciclo. Sono molto pignolo e pretendo che quando c’è da lavorare tutte le ragazze diano il massimo sempre”.

E il lavoro paga, in 3 anni ha regalato a questa società una promozione e una finale di Coppa Italia persa ai supplementari contro il Brescia: “E’ stata la partita più emozionante per me, abbiamo raggiunto la finale superando la Torres e la coppa ci è sfuggita solo per un manciata di minuti. Sono molto orgoglioso delle mie ragazze, hanno dimostrato di poter lottare alla pari con tutte. Non amo perdere e quella partita mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Sicuramente ne farò tesoro a livello di esperienza futura”.

Neopromossa, il Napoli sta facendo un campionato strepitoso a ridosso delle 4 squadre al vertice, imbattute in casa da 27 mesi Marino è molto sicuro e afferma: “Non penso all’imbattibilità e al 5 posto, noi cerchiamo sempre di dare il massimo e lavorare duro. Stiamo facendo bene grazie alla società, al mio staff e alla disponibilità delle ragazze. Dobbiamo pensare solo a vincere e a fare più punti possibili, poi alla fine del campionato faremo i conti”. 

Valentina Giacinti nelle ultime giornate si sta rivelando decisiva per la compagine partenopea: “Ho un bellissimo rapporto con Vale, è una ragazza di animo buono e le persone come lei danno tutto sul campo. Ho cercato di curare molto il lavoro con lei sia sull’alimentazione, che in palestra e sul campo e lei mi ha ricambiato con la sua determinazione. E’ un attaccante moderno, molto flessibile e brava sia nei movimenti con la palla che senza. Sono molto felice per quello che sta facendo e sicuramente in futuro ne sentiremo molto parlare anche a livello internazionale. Una cosa che dico sempre alle mie ragazze è che arrivano in questa squadra che le vuole un club solo e se ne vanno che le cercano in tanti. Il mio obiettivo è anche quello di far crescere e far diventare importanti le mie calciatrici”.
Non ha dubbi sul metodo per vincere e fare bene: “Bisogna essere cinici e badare al risultato. Tutto il resto non conta. Mi piace il dialogo con le mie giocatrici e non mi arrabbio se una ragazza mi risponde, ovviamente senza mancare di rispetto perché credo che l’interazione tra mister e calciatrice sia costruttiva. Non accetto la superficialità e il poco impegno, bisogna sempre dare tutto fino al 90’ e non mollare mai”.
V.
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